La Storia



Gichin Funakoshi
Gichin Funakoshi

La storia del Karate parte da un arcipelago a sud del Giappone, le isole Ryūkyū, e in particolare da una di queste, Okinawa. Non è possibile affermare con certezza se esistesse già una forma di combattimento autoctona; tuttavia, si crede che fosse già praticata un'arte "segreta": l'Okinawa-te. L’ideogramma te (手) letteralmente indica la parola "mano", ma per estensione può anche indicare "arte" o "tecnica"; il significato di Okinawa-te, quindi, è "arte marziale di Okinawa". Essa era praticata esclusivamente dai nobili, che la tramandavano di generazione in generazione. Secondo le credenze popolari, la nascita del karate è dovuta alla proibizione dell'uso delle armi nell'arcipelago delle isole Ryūkyū. Ciò è vero solo in minima parte, in quanto l'evoluzione di quest'arte marziale è molto più lunga e complessa. Nei secoli XVII e XVIII le condizioni dei nobili di Okinawa cambiarono notevolmente; l'improvviso impoverimento delle classi alte fece si che gli esponenti di quest'ultime iniziassero a dedicarsi al commercio o all’artigianato. Fu grazie a questo appiattimento tra i due ceti che l'arte "segreta" iniziò a penetrare anche al di fuori della casta dei nobili. La conoscenza del te restava uno dei pochissimi segni di appartenenza passata a un'elevata posizione sociale. Per questo motivo i nobili, ormai divenuti contadini, tramandavano quest'arte a una cerchia ristrettissima di persone, quasi in modo esoterico. Così facendo si è avuta una dispersione dell'arte originale e furono gettate le basi per i vari stili di karate. Fondamentale per la nascita del tode furono anche le arti marziali cinesi. Le persone che si recavano in Cina, anche per due o tre anni, avevano modo di studiare le arti marziali del luogo e, in molti casi, cercarono di apprenderle. Le arti marziali cinesi si basano su concetti filosofici e su un'elaborata concezione del corpo umano; era quindi impossibile imparare le arti cinesi nello spazio di un solo viaggio. I viaggiatori giapponesi appresero quel che potevano: tecniche sparse che adattarono al loro fisico ben più robusto del fisico di un cinese. Si pensa quindi che sia stata possibile una sorta di fusione tra le arti arrivate dalla Cina, che comunque costituivano uno stile non metodico, e il te okinawese. Esponente di spicco di questo periodo fu Kanga Sakugawa, signore di Okinawa ed esperto di te. Egli fu il primo maestro che provò una razionalizzazione e una codificazione delle arti diffuse ad Okinawa. La storia del Karate nella tradizione di Okinawa assume contorni più definiti a partire da Sokon Matsumura che fu il primo ad aver trasmesso un metodo sistematico. Il suo stile di tode era chiamato Shuri-te (arte marziale di Shuri) in quanto Matsumura era residente proprio nella città di Shuri. Egli basò il proprio insegnamento su tre punti fondamentali: la pratica dell'arte autoctona di Okinawa, l’arte giapponese della spada (Jigen-ryū) e la pratica delle arti cinesi. Il ruolo di Matsumura nella storia del Karate è tanto più importante se consideriamo che formò molti allievi. Alcuni fra loro sono divenuti anch'essi maestri di quest'arte e hanno diffuso l'arte e le idee del loro maestro, pur contribuendo tutti a farle evolvere. Tra loro Itosu Yasutsune ebbe il grande merito di introdurre il Karate nelle scuole dell'epoca. Più tardi, a seguito delle prestigiose esibizioni del Maestro Gichin Funakoshi a Tokio nel 1922, il karate venne conosciuto al di fuori dell'isola di Okinawa.




I benefici



Grazie alla pratica del karate migliorano le condizioni generali del nostro corpo. In particolare migliorano la forza, la velocità, l'equilibrio, la resistenza e l'elasticità. Una pratica costante permette di mantenere queste qualità che sono inesorabilmente soggette a un calo fisiologico nel tempo. Da studi universitari* si è dimostrato che il karate è uno tra i migliori sport che previene ed eventualmente corregge la scoliosi ed altri paramorfismi spesso diffusi fra i giovanissimi. Con il karate migliorano anche le qualità mentali della persona quali il rispetto altrui, l'autocontrollo e l'equilibrio interiore.


Nei bambini



Il karate può essere praticato già a partire dai 6 anni di età. Esso può rivelarsi particolarmente efficace nel caso di bambini irrequieti, aggressivi o eccessivamente timidi. Infatti praticandolo il bambino riesce a controllare le proprie paure ed emozioni, acquisisce l'autocontrollo del proprio corpo e della forza fisica e impara il rispetto nei confronti dei compagni. La palestra offre molte opportunità per socializzare e confrontarsi con i propri coetanei e può quindi essere utile per bambini chiusi e insicuri. Il karate quindi è un valido mezzo per una crescita e uno sviluppo armonico del bambino.


Per le donne



Il karate è un valido strumento che sviluppa concentrazione ed elevata fiducia in se stessi. Aiuta a mantenere in forma il corpo e la mente ed aiuta a vincere le paure. Con una giusta preparazione tecnica e l'apprendimento dell'autodifesa, di cui non si dovrebbe aver bisogno, le ragazze/donne imparano a reagire efficacemente a minacce di ogni tipo.





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